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Francesco Moro - Comune di Sartirana Lomellina 2006
IX Edizione

Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio 2006
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

Antologia – La spedizione dell’antologia è finita il 20-04-2007

Premiazione – Si è tenuta il 16 luglio 2006 alle ore 10,45 a la Pila del Castello di Sartirana Lomellina (PV).
Tutti i partecipanti hanno ricevuto una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.

Risultati

La Giuria della nona edizione del Premio Nazionale di Poesia Francesco Moro – Comune di Sartirana Lomellina 2006, Organizzato dalla Biblioteca Comunale di Sartirana Lomellina (PV) con il patrocinio del Comune di Sartirana Lomellina e della Provincia di Pavia e con la collaborazione tecnica dell’Associazione Culturale Il Club degli autori, composta da: Giancarlo Berton, Sindaco del Comune di Sartirana Lom., Paola Camussoni, Assessore alla Cultura e ai Servizi Sociali del comune di Sartirana Lomellina, prof. Luisa Denari; prof. Giuseppe Castelli; Severino Di Candia, scrittore, Felice Martinotti, esperto di poesia dialettale, Umberto De Agostino, Segretario del Premio.
Dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha stilato la seguente classifica:


  • Opera 1^ classificata “Altalene” di Lenio Vallati, Sesto Fiorentino (FI).


Vince Euro 150,00 – Targa del Comune di Sartirana – Pubblicazione di un libro di 32 pagine di cui verranno assegnate 100 copie gratuite – Attestato – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione su Internet Club.it


  • Opera 2^ classificata “Girasole” di Carlotta Puccetti Sarnano (MC).


Vince Euro 100,00 – Targa del Comune di Sartirana – Pubblicazione di un quaderno di 16 pagine con copertina di cui verranno assegnate 50 copie gratuite – Attestato – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione su Internet Club.it


  • Opera 3^ classificata “È poesia” di Domenico Maccarana, Rovato (BS).


Vince Euro 50,00 – Targa del Comune di Sartirana – Pubblicazione di un quaderno di 16 pagine autocopertinato di cui verranno assegnate 50 copie gratuite – Attestato – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione su Internet Club.it


Vincono Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori – Pubblicazione del testo su Internet Club.it, i seguenti autori:


  • Opera 4^ classificata “La vita è nuova” di Roberto Lupo, Alvito (FR)
  • Opera 5^ classificata “Senza luce” di Marino Festuccia, Rieti
  • Opera 6^ classificata “A mia figlia” di Carla Tedde, Quattro Castella (RE)
  • Opera 7^ classificata “Vado cantando” di Liliana Paparini, Bresso (MI)
  • Opera 8^ classificata “Fantasmi” di Alessandro Garella, Vercelli
  • Opera 9^ classificata “Ho appeso a un chiodo” di Marcello De Santis, Tivoli (Roma)
  • Opera 10^ classificata “Vieni” di Emilia Fragomeni, Genova


Opere Segnalate dalla Giuria con Attestato di merito:

  • “Senza te” di Vincenzo Bolia, Albenga (SV)
  • “Caro paese” di Adriano Scandalitta, Mortara (PV)
  • “Emozioni” di Alba Rattaggi, Varese
  • “Congiunzione” di Pietro Rizzo, Padova
  • “Dopo il temporale” di Dalmazio Verlich, Vigevano (PV)
  • “Figlio mio” di Concetta Marchitelli, Garlasco (PV)
  • “Haiku” di Gianni Dall’Olio, Traversetolo (PR )
  • “Male d’amore” di Carla Noro, Vicenza
  • “Partenza” di Dante Olivieri, Riva Trigoso (GE )
  • “Poeticando” di Fabio Del Sordo, Pisa


Sezione Poesia in vernacolo pavese:

  • Opera 1^ classificata “A me Pàdar” di Piera Zucchella, Pinarolo Po (PV )
  • Opera 2^ classificata “Al prufesùr” di Angelo Bonafè, Candia Lomellina (PV)
  • Opera 3^ classificata “La testa bianca” di Rosa Mazzoleni, Pavia


Gli autori vincono dei Prodotti tipici locali – Attestato di merito – Pubblicazione dell’opera premiata sulla rivista Il Club degli autori e sul sito Internet Club.it


PREMIAZIONE – La premiazione si è tenuta domenica 16 luglio 2006 alle ore 10.45 presso la Pila del Castello di Sartirana Lomellina (PV).
Tutti i partecipanti hanno ricevuto una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.

Opere vincitrici

Lenio Vallati

Opera 1a classificata

Altalene

Ricordi ancora
le altalene di Perm?
E il cielo azzurro?
E il vento che accarezzava
i tuoi capelli,
rossi papaveri
tra le spighe gelide
di un bianco mare?
La mia mano ti spingeva
lenta
mentre tu gridavi parole
di una lingua sconosciuta.
Ci sono ancora sai
quelle altalene,
e bimbi appesi
a dondolare al vento.
Nessuna mano, però,
li spinge via
dal loro triste
destino d’abbandono.


Carlotta Veronica Puccetti

Opera 2a classificata

Girasole


Segui la luce
per tua natura incorruttibile,
fiore del sole
e quando il buio viene
abbassi il capo
e nella notte aspetti,
paziente,
come sapendo
che l’alba tornerà
a ridarti vita,
forse conosci le leggi incontrastate
la perfezione,
immutabile nel tempo
della natura
e il vento che ti sferza
o la pioggia che ti bagna,
nel buio,
non fanno vacillare la certezza
che tornerà la luce
a sollevare ancora
e ancora
la fulgida tua chioma
verso il sereno.


Domenico Maccarana

Opera 3a classificata

È poesia…


Non ha bisogno
di musica,
la poesia,
poiché già la contiene;
anzi
trabocca,
d’armonia.
È magica essenza.
È preghiera.
È ritmo,
e melodia;
e cadenza.
È canto.
Così lieve e leggera,
così grave e acuta.
Nulla ha,
a pretender altro,
ch’esser piaciuta.


Roberto Lupo

Opera 4a classificata

La vita è nuova


A me la vita è capitata
Nonostante l’ambizione di viverla
a me la vita capita ogni giorno
ma ancora mi illudo
di poterla dominare conoscere
ancora pretendo
di poterla correggere
di non farmi sorprendere
A me la vita capita ogni giorno
Conservo intatta la presunzione
di condurla per mano
ed è semplicemente questa
la sensazione
che avverto anche intorno
c’è il dottore…siamo al mare…l’uovo di Pasqua…
la Prima Comunione…la neve…non piangere…sorridi…
…diciotto…
davanti allo specchio scruto con ansia la prossima ruga
e il nuovo filo argentato per poter, di nuovo,
iniziare la conta… uno…due…tre…
…diciotto…
e sarò pronta, ancora una volta, amor mio,
a recidere tutto e fartene umile dono.


Marino Festuccia

Opera 5a classificata

Senza luce

Se mi sentirai tremare…
Sarà per freddo?
No, ci sei tu a darmi calore.
Sarà per fragilità?
No, ci sei tu a darmi forza.
Sarà per paura?
No, ci sei tu a darmi coraggio.
Se mi sentirai tremare
sarà per il dolce peso del tuo amore
inerme innanzi il tuo sguardo
radioso della tua infinita bellezza
sorpreso dalla maestosa voluttà della tua presenza.
Se mi sentirai tremare,
sarà anche questo un dono d’amore per te.


Carla Tedde

Opera 6a classificata

A mia figlia


Contavo stamane una ruga che ieri non c’era,
sorella di altre, che il tempo impietoso, durante il riposo notturno,
accanto alle altre aveva posato…
…diciotto…
pian piano scostavo quel filo più grigio
che ancora ieri non c’era, fratello di altri più grigi…
…diciotto…
nel fresco mattino di giugno
respiro ventate di tigli e d’erba seccata
e guardo i miei occhi danzare
tra rose e magnolie giù nel giardino…
…diciotto…
ed io e te siamo là, in un altro quadro di giugno,
in quel primo inesprimibile abbraccio,
dove ti canto la dolcezza d’Amore
di cui tu sei il tenero frutto,
dove mi canti la gioia della vita
regalandomi quel primo sorriso
che solo un cuore di madre sa interpretare…
…diciotto…
pian piano, nel giorno che nasce, recido dal volto le rughe,
le intreccio coi fili d’argento e le poso sul caldo guanciale
dove ancora riposa il tuo capo ornato di fili dorati…
…diciotto…
ascolta…ogni stelo racconta qualcosa…
…la candelina da soffiare…la cartella nuova…
no posseduto!
Superbe e misteriose opere!
Sono defunti coloro che vi hanno pulito e lucidato con cura!
Sono cenere coloro che vi hanno forgiato, che vi hanno costruito!
in chissà quale luogo e tempo immemorabili!
Anche te, fiero cavaliere armato che sei immobile sulla tela
Pronto per chissà quale torneo
Il tempo non ha raccolto la tua sfida ma la vincerà lo stesso
Per quanto tu riesca a tenere orgogliosamente dritta la lunga lancia
Così ora ci ritroviamo qui, orfani di misteriosi artefici
Fantasmi di tempi passati
Siamo in questo luogo immobile
Dove riesco quasi a percepire il sentimento dell’eterno
Se foste in grado di parlare, antichi capolavori
Bellissimi e insignificanti tuttavia
Mi siederei su di una seggiola malandata ad ascoltarvi per
dieci vite almeno
Siete però avvolti da un denso e polveroso silenzio
Immersi nell’aria calda
Circondati da spettri misteriosi che vi accarezzano
Piangendo lacrime eterne e invisibili
Resto qui ancora un po’ cosicché riusciamo a farci compagnia
Riprenderò poi la mia strada
Che conduce più rapidamente alla vostra stessa destinazione
L’oblio


Liliana Paparini

Opera 7a classificata

Vado cantando

Ma io che la memoria non tradisco
e di semplici emozioni
ancora vivo…
Vado cantando di un tempo
il fischio del vento
tra fessure di scuri allargate
e un gioco di bimbi
tra balle di fieno
sino ai coppi in fienili stipate.
Di volti bruniti dal sole
di ritorno al tramonto, su schiene piegate,
con fiaschette ormai vuote alla cinghia
e zappe in spalla…
a mo’ di chitarra!
Di gente schietta, dall’integro cuore,
che ancora oggi interroga il cielo
la promessa di domani
per paura di una “stregatempesta”
sull’oro del grano…
Di fierezza e sudore di uomini di terra
io canto,
dalle grandi ruvidi mani,
che sulla fiducia quando siglano un patto
stringono forte,
ma così tenere di carezze
ad ogni minimo sguardo
di figlio.


Alessandro Garella

Opera 8a classificata

Fantasmi


La polvere è sospesa nell’aria e illuminata dal sole in questa vecchia stanza
Piena di mobili, casse, soprammobili
Fuori posso sentire il ripetitivo sfrecciare delle auto
Che arriva alle mie orecchie affievolito
Come se giungesse da un altro mondo
Nell’aria regna un odore intenso e antico che sembra parlare
di tempi lontani
Di cui questi oggetti sono una malinconica testimonianza
Sono scomparsi nel tritacarne del tempo coloro che vi hane
proseguo per imitazione
ma a me
la vita
capita ogni giorno


Marcello Desantis

Opera 9a classificata


Ho appeso a un chiodo
nella vecchia soffitta
il mio Pierrot imbiancato di farina
una maschera triste che ha segnato
la mia esistenza, senza mai
sorridere una volta
Mi ci specchio in silenzio, stando in piedi,
vincendo la stanchezza dei miei anni
Atteggio ad un sorriso la mia faccia
ma il Pierrot senza tempo non risponde
conserva la sua lacrima, che scorre
lentamente sul volto di dolore
Ero, ieri, il Pierrot che ho appeso al muro
oggi sono il Pierrot, che senza vita,
tenta un’ultima volta
di ottenere un sorriso
per morire felice


Emilia Fragomeni

Opera 10a classificata

Vieni!


Io sono qui, all’ombra del crepuscolo,
e intorno il mondo sparge le sue angosce,
tracciando ansie e nodi di dolore…
Ti, prego, vieni! Qui il vento passa dolce
tra i capelli, in cielo puoi annegare
desideri, l’erba profuma di rose
e gelsomini e nella notte brillano
covoni legati da fili di luna…
Vieni! E al tramonto sentirai
cantilene di grano all’orizzonte,
e nel canto della sera fiorire
una preghiera…Respirerai incanti
di favole, tra silenzi accesi
da lanterne di scintille di lucciole.
Vieni! Ti aspetto! E schiudi ancora amore
nel mio cuor, plasmando l’estro che infervora
i pensieri, d’un desiderio acceso
d’armonia. C’incontreremo qui, lascia
gli affanni; sprofonderemo insieme
in tremolii di petali; vivremo
silenzi azzurri come il cielo, sogni
non più cosparsi solo di chimere…
Dipingeremo insieme, imbiancati
di luna, sul chiaroscuro di una tela
sfocata, ricordi, dolci e tristi,
rarefatti, di vita incendiata
d’amore e d’emozioni; coglieremo
l’essenza di profumo di emozioni
profonde, che il nostro animo è ancora
in grado di darci… E scopriremo
ancora la voglia di ricominciare,
nel vento dolce che ci spinge a ritrovare
canti di solitudine sul mare,
sussurri trepidi e soffi di speranza.


Piera Zucchella

Opera 1a classificata Sezione Poesia Dialettale

A me Pàadar


Un mument fà, hö vèrt un sàc ad büla
e a l’impruisa hö sintü ummò ‘l to udur,
al bon udur dal lagn cat laureva,
da sesant’àn, co cumpetensa e amur.
Tant me in t’un sögn hö vüst la to butega,
t’hö vüst c’at laureva dadrè al banc,
co in man la rèsia, ‘l martè o la pianüsa,
a taià ‘l lagn, pialà, piantà di ciod.
Hö vüst ummò la to espression tranquila,
la to manera da alsà mài la vus,
al to fàt dà da trà vardandm in fàcia
e la to forsa in tal purtà i to crus.
In tüt al temp ac t’è vivü in trà nüm,
par la famiglia t’è siguità a dà,
sensa cuncedat un divertiment,
par ti at gh’eva mài gnent da dumandà.
Al to fardèl l’è stài pütost pesant,
mà la pasiensa la t’è mài mancà
e in tüta la to vita dignitusa,
at mè tracià la via ad l’unestà.
E me, papà, t’hö sempar vursü be
e sper da vètal anca dimustrà,
mà anca sat sö sempr astai a rent,
di brüt mument at n’è duvü afruntà.
Drenta ad me ‘l to ricord l’è sempar viv
e quant a pens a ti ‘m vegna ‘l magon
e intant ac pians parchè ‘t vad pü a gni in cà,
a ringràsi ‘l Signur cat sé stài me papà.


Angelo Bonafè

Opera 2a classificata Sezione Poesia Dialettale

Al prufesùr


L’érä jün di nòs paisèn püsè cunsü,
l’érä pitùr, scultùr e prufesùr,
ma a Chèndiä e d’atùr alla ciamàvu Narcisjìn al pitùr.
L’è stài jün di püsè bràv artìstä di nòs tèmp
e l’érä tàrmentä tacà a la so tèrä dla Lümlìnnä,
ca la pitürà ancà’ di quàdär cun ansìmmä la mundìnnä.
A nüi Candiòt al Prufesùr, s’à lasà tènc bèi ricòrd.
Bàstä uardà ‘n fónd ‘l altàr magiùr dla gésìä ‘d Sèntä Marìjä,
là j’è na scültüra ad màrmu biènc,
cun sü la Madònä, ‘l sò fiö e düi sènt.
E pö düi affrèsc cun pitüra jün ‘l ültmä sénnä,
l’àtär di dòni c’ài càtu sü la ménnä.
Quèntu listurià l’à fài al Narcisjìn par fà ‘l musàic
dla faciàdä dla gésiä ‘d Sàn Miché.
Ancasì cùllä vòtä là s’àvä impegnà cun tèstä e cun mèn,
par cuntintà i sò paisèn.
Chisà quèntä gént na quéi vòtä l’à uardà da ‘d sùri ‘l purtòn;
là j’è piturà na stèmmä e ‘n gìliu biènc an mès
l’è ‘l sìmbul ad Chèndiä cùl fiùr,
l’è n’àtär ricòrd dal nòs pitùr.
L’à fài ancasì la stàtuä ‘d bróns dla Madònä davènti l’uratòri.
L’è là ann’àlt ansìmmä na culònä ‘d sàs
ca la prègä par tüc i sò fiöi e fiöli.
Lè, jün par jün j’à vèggä pasà e tüc as fèn cumpagnà
parchè pòvrä gént, cùi sò pé j’èn pü bòn caminà.
Am vìs quènd al dòp disnà mi ‘ndàvä al bàr,
lü lérä già là c’al lisìvä ‘l giurnàl.
Adès ad nutìssiji brütti i na lésä pü ‘l nòs Prufesùr.
Dès l’è nsèmä tüttä la gént
che quénd j’andàvu ‘n gésiä i mangiàvu tüc al medésim pèn.
L’à ritruà i so paisèn.


Rosa Mazzoleni

Opera 3a classificata Sezione Poesia Dialettale

La testa bianca


La tenerèsa d’una testa bianca…
dù gamb un pò tremant e un bastunin,
c’al tegna sü tütcos… e intant al senta,
se in tèra, gh’è un quèi sass.. o un quèi büsin.
Al cerca da sta drit… ma, al mal da vita..
la tira giù un pò cürv.. sa vörat fa,
i ann i gh’en, e tüta la sò vita
l’è trascursa in mes anca ai magagn..!
La pasegiada l’agh farà gnì fam,
però, püsè che roba mola as mangia no..
minèstra..puré..la macinata..
una tasina ad lat…o la panada.
– Oh i bei bistech ad carne, (magari l’er tirlaca)..
ma, tütcos i sgagnavan alura i dent..
la giuentü.. (as’sà).. la gaviva pagüra ad gnent..!
Però..l’è bèl anca gnì veg.. e un ciculatin..
la man tremanta.. la tira föra dal sacucin:
– I dent agh’saran pü.. ma, lo si sà..
che al ciculat, al và giù sensa sgagnà..!
La testa bianca la và.. cul so bastunin..
a ciapà al frèsch, suta una pianta dal giardin..
e la spera ardentement….che…
vegna un quèid’ün.. che l’as ricorda ad lé..!


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